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Nel gennaio 2019, le sale cinematografiche italiane hanno accolto “Van Gogh – Sulla Soglia dell’Eternità” il film di Julian Schnabel che offre uno sguardo profondo sugli ultimi anni di vita del celebre pittore olandese. Willem Dafoe, nel ruolo del protagonista, è stato premiato con la Coppa Volpi per il Miglior Attore alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, confermando la potenza della sua interpretazione.
Il film si concentra sugli anni trascorsi da Van Gogh ad Arles, nel sud della Francia, esplorando il complesso rapporto con Paul Gauguin e il fratello Theo. Schnabel evita l’approccio tradizionale del biografico, proponendo invece una profonda interpretazione delle percezioni dell’artista e della sua arte. “Ci sono molte parti di questo film che sono in silenzio e molte parti narrate in prima persona. È come se non stessimo guardando un film su Van Gogh, ma come se fossimo Van Gogh“, ha spiegato il regista.
Il titolo del film trae ispirazione dall’opera “Sulla Soglia dell’Eternità (Vecchio che Soffre)” un dipinto a olio su tela creato da Van Gogh nel 1890 durante uno dei suoi ricoveri presso l’istituto psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence. Quest’opera, completata appena due mesi prima della sua morte, diventa il fulcro narrativo del film, offrendo uno sguardo intimo sulla mente tormentata dell’artista.
In questo ritratto cinematografico, Schnabel guida gli spettatori attraverso le nevrosi di Van Gogh e i suoi ricoveri periodici, portando alla luce non solo il dramma della sua esistenza ma anche la straordinaria bellezza e intensità della sua pittura.
“Van Gogh – Sulla Soglia dell’Eternità” non è solo un film, ma un viaggio sensoriale e emotivo che si insinua nella mente e nel cuore degli spettatori, offrendo una prospettiva unica sulla vita di uno dei più grandi maestri dell’arte.